Il nuovo quadro normativo in relazione alle operazioni transfrontaliere va ad integrare il catalogo dei “cosiddetti reati presupposto” previsti dal Dlgs 231/01.

In attuazione della direttiva UE 2121 del 2019 è stato emanato il Dlgs 19/2023 che all’ art. 54 introduce il reato di false o omesse dichiarazioni per il rilascio del certificato preliminare. Quando per esempio dalla fusione transfrontaliera, ci dice l’art. 30 del Decreto, risulta una società soggetta alla legge di altro stato, la società italiana che partecipa alla fusione, con la richiesta del certificato preliminare, deve dimostrare di non avere, ad esempio, debiti nei confronti dell’amministrazione enti pubblici ecc. ecc.

Ecco, l’art 54 punisce chiunque, al fine di fare apparire adempiute le condizioni per il rilascio del certificato preliminare, forma documenti in tutto o in parte falsi, altera documenti veri, rende dichiarazioni false oppure omette informazioni rilevanti. Il “certificato preliminare” e, in particolare, gli adempimenti richiesti ai fini del suo rilascio sono regolamentati dall’art. 29 del Decreto in questione.

E’ il notaio che rilascia il suddetto certificato attestante il regolare adempimento degli atti e delle formalità preliminari alla fusione.

Qualora si pongano in essere, quindi, una delle condotte di falsificazione od omissione previste dalla norma per ottenere tale certificazione si è perseguiti penalmente

Alla responsabilità penale della persona fisica si aggiunge, ed è ciò che in questa sede ci interessa, la previsione della responsabilità amministrativa dell’ente di cui al Dlgs 231/01. Quest’ultimo viene a tale scopo modificato dall’art. 55 del Decreto, sia al comma 1, con la precisazione che i reati presupposto della responsabilità amministrativa dell’ente in materia societaria possono essere previsti sia dal codice civile sia da altre leggi speciali, sia con  l’introduzione della lettera s ter nell’elenco di cui al comma 1 art. 32 c.p.

Il delitto di false o omesse dichiarazioni per il rilascio del certificato preliminare entra a far parte, quindi, del catalogo dei “reati presupposto 231”, tra i reati in materia societaria di cui all’art.25 ter del Dlgs 231/01.

Avv. Costantino di Miceli, partner di LAETA SB

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