Quando il risparmio fiscale fa sport

Tra i tanti bonus promossi e promessi in questi mesi di pandemia, ne esiste uno che era contenuto nella legge di bilancio del 2019 e che è stato esteso anche per l’anno 2020: è lo Sport bonus.
In pratica, si tratta di una erogazione liberale in denaro (quella che nel linguaggio comune definiamo come elargizione a favore di un’organizzazione no profit) a cui possono accedere le persone fisiche, gli enti non commerciali e le imprese, che riconosce un credito di imposta maggiore rispetto a quello ordinario che è il 19 o il 26 per cento.
Con lo Sport bonus, infatti, viene riconosciuto un credito di imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate nel 2020 per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi e per la realizzazione di nuove strutture sportive, purché di proprietà pubblica. Come è noto, da diversi anni gli impianti sportivi pubblici non sono più gestiti direttamente dagli Enti Locali ma da associazioni sportive dilettantistiche o società sportive. Anche a favore di questi soggetti si rivolge l’agevolazione di Sport Bonus: è sufficiente che siano concessionari o affidatari di strutture sportive pubbliche.
Quindi, ai soggetti che versano una somma di denaro ad una realtà sportiva, concessionaria o affidataria di una palestra o piscina pubblica da ristrutturare o costruire, viene riconosciuto un credito di imposta, pari al 65% dell’importo erogato, nella misura massima del 20 per cento del reddito imponibile per le persone fisiche o gli enti non commerciali e per il 10 per mille dei ricavi annui per i soggetti titolari di reddito d’impresa.
Facciamo alcuni esempi:
Una persona fisica non imprenditore che nel 2020 dichiari un reddito imponibile di 30.000,00 euro.
Il tetto massimo del suo credito di imposta sarà di 6.000,00 euro.
Ipotizzando che il soggetto abbia effettuato una erogazione liberale utilizzando il sistema
dello Sport bonus di euro 2.000,00, il credito di imposta sarebbe pari a 1.300,00 euro (2.000,00*65/100)
e spetterebbe interamente in quanto inferiore al tetto massimo del 20% .
Ipotizziamo che una s.r.l. abbia avuto ricavi per 300.000,00 euro
In questo caso, il limite massimo del credito di imposta riconosciuto per il 2020 è di € 3.000,00.
Se il versamento fatto in favore di una asd o ssd con Sport bonus è stato di 2.500,00 euro,
il credito d’imposta riconosciuto sarà di euro 1.625,00 perché l’importo rientra nel limite
massimo consentito.
Diversamente, se il versamento ammontasse a euro 5.000,00 il credito di imposta sarebbe,
comunque di euro 3.000,00 in quanto il 65% di 5.000,00 euro (3.250,00)
è superiore al tetto massimo consentito.

Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione per le imprese e non operano né il limite annuale di 250mila euro relativo all’utilizzo del credito di imposta né il limite massimo di compensazione di 700mila euro per anno.

La prima finestra, delle due previste per lo Sport bonus 2020 è già aperta e scade il 6 luglio.
Una buona opportunità da non perdere.
Avv. Roberto Dalle Nogare, Partner LAETA S.B

Share:


Altre notizie

RIFORMA DELLO SPORT – LA NUOVA FIGURA DEL LAVORATORE SPORTIVO

A due giorni dalla scadenza della delega per convertire definitivamente il testo sulla...

*Sport e Associazionismo: la ripresa e la fase 2. Un’opportunità da non sprecare.

La ripresa dell’attività associativa, anche sportiva, all’indomani dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del...